Tutti giù per terra




Siamo finiti tutti giù per terra. Da qualche mese stiamo cercando di rimetterci in piedi, tornando a guardare il mondo da un metro e sessantasei centimetri come una volta ma... Niente da fare. Un piccolo viso paffuto e spesso sorridente ci obbliga tutti i giorni a piegare le ginocchia e a guardare le cose dal basso, da dove sembra tutto così grande e sorprendente. Siamo finiti giù per terra ad abbracciare e baciare, a fare il solletico, le pernacchie, i versi e le boccacce, a parlare la lingua dei peluches - che non esiste ma noi l'abbiamo inventata - a cantare anche se non siamo intonati, a suonare strumenti musicali minuscoli e anche a stupirci del fatto che una pallina possa rotolare. Ci concentriamo su quel viso paffuto spiandolo da varie angolazioni e abbiamo scoperto che i suoi occhi ci seguono sempre, ci scrutano, vogliono dirci qualcosa e forse ce la stanno facendo.
 Ci dicono che, arrivati a un certo punto del cammino, quando si crede di aver imparato il necessario per sopravvivere e per vivere, fermarsi e ricominciare dal pavimento può essere un lusso e che non dobbiamo far altro che restare ancora un po' giù per terra e rimettere insieme i pezzi di un puzzle che è caduto insieme a noi. 

Commenti