Ci sono attese magiche, dorate. Penso a quei pochi secondi neri e lisci che devo aspettare prima che la musica cominci a "uscire" dal vinile. Penso a quando ho invitato qualcuno a casa mia e guardo fuori dalla finestra per vedere se arriva o cammino vicino al citofono nell'attesa che suoni. Penso ai giorni prima di Natale e ai regali che potrei trovare sotto l'albero. Penso all'inizio di una lezione e a quel mix di energia e paura che precedono il "tuffo" in aula. Infine, penso all'attesa per antonomasia, quella forse più famosa. Poco fa mi è capitato di riflettere proprio sulla frase "aspettare un bambino": se guardata così, attentamente e letteralmente, è davvero bella. Questa attesa in sé è un momento ricchissimo da tanti punti di vista, sia positivi, sia negativi. E a chi dice "ormai ci siamo", dico "no, non ci siamo ancora. Mancano le settimane, i giorni, le ore, i minuti e i secondi." Bisogna dare tempo a chi arriverà di prepararsi bene e a chi aspetta, di prepararsi a sua volta, di capire, di sentire e di fare, anche di avere paura e di farsi coraggio. Il tempo ha un valore inestimabile per tutti, anche per coloro che non hanno ancora visto la luce. Non avere fretta e , quando sei pronta, chiamami.
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